Esiste una correlazione tra i piedi e il resto del corpo
Conosci pada bandha?
Nello Yoga la consapevolezza è importante, però non riflettiamo mai sui nostri piedi, su come poggiano o su come camminiamo. Nello Yoga tutto ha importanza, e l’ascolto dovrebbe essere riferito anche ai piedi, dotati di propriocettori che ci aiutano a capire come stiamo poggiando a terra. Molti problemi comuni alle ginocchia, al bacino o alla colonna, sono causati infatti da uno di un appoggio podalico errato e quindi non “ammortizzante” come dovrebbe. Praticando Yoga ma anche nel Pilates, pian piano si impara a “sentire” e “attivare” anche i piedi, man mano le dita si aprono come un ventaglio e si riesce ad avere maggiore consapevolezza e controllo sugli stessi.
“Se le fondamenta non sono stabili, forti e allineate, il tempio è più fragile e crolla più facilmente.”
Ed essi sono le nostra fondamenta, la nostra base! Da questa correlazione puoi certamente capire l’importanza dei piedi durante una pratica. Bandha in sanscrito significa bloccare, trattenere, unire, contrarre, attivare i muscoli in determinate aree del corpo; pada bandha quindi si riferisce all’attivazione degli archi plantari.
Come provare ad attivarli?
- Assumi Tadasana, allarga i piedi quanto i fianchi e posizionali in modo che siano paralleli (secondo dito in linea con il centro del tallone). A questo punto alza le dita dei piedi e cerca di sentire l’attivazione del piede e dei 3 archi plantari, ascolta il tuo appoggio e prova a stabilizzarlo al centro del piede, poi riabbassando le dita cerchiamo di mantenerle larghe senza però perdere l’attivazione generale dei piedi;
- Un altro esercizio utile è provare a portare verso l’alto e poi verso il basso tutte le dita singolarmente, partendo dall’alluce arrivando al mignolo e viceversa;
- Nella semplice quotidianità puoi anche provare a camminare scalza per casa concentrandoti sui vari appoggi e sulla rullata del piede;
- Infine se disponi di una pallina leggermente rigida o da tennis, “massaggia la pianta del piede per intero, dal tallone alle dita e viceversa, inizialmente non sarà molto piacevole ma subito dopo se riascolti l’appoggio al pavimento, noterai la differenza!
Questi potrebbero diventare esercizi quotidiani utili: impadronirsi di tale movimento/attivazione servirà a trasferirla durante le vostre pratiche a corpo libero. Da lì il lavoro sul resto del corpo sarà molto più “semplice”, si lavorerà con una base forte e libera da tensioni, che vi consentirà di assumere una postura più corretta sia statica che in movimento, per cui avrete un corpo più funzionale. Ogni zona corporea è importante, non tralasciamo nulla, occupiamoci del corpo in toto!
La postura corretta equivale e schemi rigidi?
Fermati adesso e osservati.
Come sei posizionato mentre stai leggendo questo articolo?
Proviamo ad indovinare? Spalle alte e chiuse, curva dorsale e magari ruotati su di un fianco.
Ci sentiamo sempre dire di riportare le spalle indietro o la pancia in dentro, noi insegnanti continuiamo a dirlo e dare aggiustamenti ai clienti.
Ma in realtà serve molto di più per correggere una postura errata, bisogna cambiare/evolvere questi schemi motori che hanno memorizzato come “normale” questi atteggiamenti scorretti.
Esempio, se da anni svolgo un lavoro seduto e mi siedo con bacino ruotato, di conseguenza i muscoli che dovrebbero “accompagnare” la parte ossea del nostro corpo, si irrigidiscono per la posizione anomala, ed essendo che i muscoli sono avvolti da un unico “sacco” chiamato connettivo, su di lui si formano delle pieghe le quali vanno a creare compensi molto più lontani dal bacino (che era l’origine della posizione errata). Si compenserà dunque chiudendo le spalle e creando una maggiore lordosi cervicale per riuscire a non tenere la testa bassa e guardare il monitor davanti a noi. E da qui potrei continuare con mille esempi…
Parlavo di schemi motori perché il nostro cervello impara anche dalle nostre abitudini, impara quindi dalle cose che facciamo più volte.
Per cui non basta un solo esercizio per stare meglio, ma servono una serie di posizioni/asana per alleviare le tensioni, serve una pratica costante, un lavoro continuo e di fatica, nulla è semplice, specie togliere in noi delle abitudini, il lavoro è lungo ma porta i suoi frutti.
Serve consapevolezza corporea, ascolto del proprio corpo, delle proprie sensazioni e solo col tempo riusciremo a capire ciò di cui avrà bisogno!
Osservati
Da in piedi: ascolta il tuo appoggio dei piedi, le tue gambe e la colonna, essa deve essere forte per tenere una testa all’apice, un bacino a metà e dei piedi, il tutto contro la forza di gravità. Essa gioca un ruolo fondamentale, ogni curva viene “massimizzata” dalla gravità che porta giù verso il basso, rendendo una semplice chiusura di spalle, una vera curva cifotica brutta da vedere.
Da supino: ascolta il bacino, portando le mani sul pube constata se il bacino è anti/retroverso, e se sotto la zona lombare passa un’intera mano allora sei in antiversione.
Rilassa le tensioni
Automassaggio sotto i piedi con delle palline di spugna; automassaggio con un roller ai lati della colonna vertebrale.
Aiutati a sciogliere la colonna con posizioni come la mucca, cane a testa in giù, wave.
Cerca il movimento.
Fai un altro check alla fine della pratica, riascoltati.
Ovviamente questo è un lavoro che potresti fare da solo, in casa o anche all’aperto in un posto abbastanza silenzioso, ma tutto cambia se si è anche seguiti da un personale qualificato nel “riassestamento/rieducazione” corporea.
Servono attività stimolanti per il nostro sistema nervoso nervoso centrale, solo attivando quello, si riuscirà a stimolare il corpo e ad avere dei risultati, dapprima di benessere e dopo, quando troviamo il nostro PERSONALE omeostasi!
G.G.
Riallineamento posturale
Un costante allenamento nella disciplina dello Yoga produce un graduale riequilibrio a livello Posturale, il che comporta comporta meno carichi sulla colonna vertebrale sulle articolazioni (coxo-femorali, ginocchia, caviglie) producendo spesso un miglioramento complessivo anche degli organi di digestione ed emuntori, che sono sempre correlati ai carichi ed alle pressioni interne del nostro corpo.